Una casa per i nostri ragazzi

L’invito del presidente Steno Dondè a sostenere l’Associazione che, per tanti ragazzi, rappresenta una vera e propria famiglia «dove trovano tutto quello di cui hanno bisogno, anche le cure dentistiche…»

«Per me offrire un futuro a un ragazzo sottratto alla strada vale più di qualunque bilancio. Tuttavia…». L’avvocato Steno Dondè è presidente della Fanciullezza dal 2013. E non ha esitazioni nel rivendicare con soddisfazione i risultati di questi anni, conseguiti anche grazie alla generosità di alcuni grandi finanziatori. Ora, però, la situazione sta cambiando. E proprio per questo, in vista dell’annuale campagna per la destinazione del 5×1000 nella dichiarazione dei redditi, chiama a raccolta tutti gli amici della Fanciullezza.

Avvocato Dondè, per cominciare ci aiuti a capire il momento che sta vivendo l’Associazione.
«Siamo in una fase di transizione. Le attività a sostegno dei nostri ragazzi proseguono con l’entusiasmo di sempre, ma dal punto di vista finanziario stanno emergendo alcune difficoltà. Le entrate sono decisamente inferiori ai costi che dobbiamo sostenere, e da alcuni anni ormai chiudiamo il bilancio con un passivo che si aggira intorno al milione di euro. Nel passato abbiamo potuto beneficiare di due grosse donazioni, che fin qui ci hanno permesso di ripianare i conti, ma attingere ogni anno dal patrimonio significa eroderlo pian piano, e non saremo autosufficienti in eterno».

Il Comune di Milano non vi aiuta in questo senso?
«Sì, ma oltre un certo livello non può andare. Per darvi un’idea: mediamente ogni ragazzo che accogliamo nelle nostre strutture ci costa 115 euro al giorno, ma il Comune ne copre solo 65. Il resto è ovviamente a carico nostro. Nonostante questo noi accogliamo tutti i ragazzi che il Tribunale dei Minori e il Comune ci segnalano, ovviamente nei limiti delle nostre possibilità. Basti dire che oggi tutti i posti disponibili sono occupati: è la nostra missione, è il servizio che svolgiamo per la collettività».

Di fronte alle difficoltà economiche, non avete mai considerato l’idea di rinunciare a parte dei vostri servizi?
«Non saremmo La Fanciullezza. I servizi che incidono maggiormente sul nostro bilancio sono proprio quelli che ci contraddistinguono: le comunità residenziali, il centro diurno, tutte attività che rispondono alla nostra mission, e a cui non vogliamo rinunciare finché avremo soldi in cassa. Dare una casa a un ragazzo che ha alle spalle un dramma familiare viene prima di ogni discorso economico. E quando si investe nel futuro di qualcuno, non si può fare una corsa al risparmio. Per i ragazzi che accogliamo, le nostre strutture sono davvero una nuova casa: diamo loro un tetto, cerchiamo di ricreare un ambiente domestico in cui possano crescere con serenità, gli compriamo vestiti, materiali per studiare, le cure mediche, le cure dentistiche. In un certo senso gli facciamo da genitori. Ma tutte queste cose hanno un costo, e per continuare a garantirle abbiamo bisogno del sostegno di chiunque voglia darci una mano».

Anche attraverso il 5×1000, dico bene?
«Certamente. Non è più tempo di grandi lasciti come quelli che abbiamo avuto in passato, da qui in poi il nostro modello di sostentamento si dovrà basare sulle piccole donazioni. In questo senso ogni aiuto, anche il più piccolo, per noi è utilissimo. In particolare le somme raccolte attraverso lo strumento del 5×1000 ci serviranno per sostenere gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nelle case dove ospitiamo i nostri bambini e i nostri ragazzi. Così, quella che per il donatore è solo una piccolissima attenzione può trasformarsi in un contributo concreto alla loro serenità».

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